giovedì 15 dicembre 2016

REATO DI BESTEMMIA ESISTE?

Bestemmiare è ancora reato?


La depenalizzazione dell'art. 724 c.p. ha eliminato la rilevanza penale della bestemmia dalla quale, comunque, può derivare una multa di Valeria Zeppilli – L'atto di bestemmiare ha un disvalore sociale tale che per il nostro ordinamento non può passare inosservato.
Dello stesso avviso non sono tuttavia altri ordinamenti, come quello della Gran Bretagna che ha reputato più importante garantire a tutti la libertà di espressione.

In ogni caso bisogna sottolineare che anche nel nostro Paese si è fatto qualche passo nel senso di limitare il disvalore della bestemmia: se, infatti, fino a non moltissimo tempo fa pronunciarla era un reato, oggi non ci si spinge sino a tal punto.

Tuttavia, pur essendosi ormai consolidata la tendenza alla secolarizzazione, la blasfemia comporta comunque alcune conseguenze.
Più in particolare, pronunciare una bestemmia in pubblico ha rappresentato un comportamento penalmente rilevante sino al 30 dicembre 1999, sino a quando, cioè, è entrato in vigore il decreto legge numero 55/1999 che, con l'articolo 57, ha depenalizzato tale fattispecie.
A seguito di questo intervento, però, la rilevanza del fatto non è scomparsa del tutto ma si è solo spostata dal piano penale a quello amministrativo
.
In forza di quanto prevede l'articolo 724 del codice penale, infatti, chiunque utilizza invettive o parole oltraggiose contro la divinità in pubblico soggiace alla sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra cinquantuno euro e trecentonove euro.
Ciò con la finalità perseguita dal legislatore di continuare comunque a garantire il rispetto delle regole civili che sono poste a fondamento di una società organizzata
.
Più precisamente, per poter essere sanzionata, la bestemmia deve essere pronunciata in pubblico, non importa da chi
.
Occorre porre in evidenza che con la sentenza numero 440 del 18 ottobre 1995, la Corte costituzionale ha eliminato ogni riferimento al cattolicesimo
, dichiarando incostituzionale l'articolo 724 del codice penale nella parte in cui limitava la configurabilità della fattispecie ai casi in cui le parole oltraggiose fossero indirizzate alla Divinità, ai Simboli o alle Persone venerati nella religione dello Stato.
Con ciò, per alcuni aspetti, l'ambito di applicazione dell'illecito è stato esteso, ma per altri aspetti è stato ridotto.
Se da un lato, infatti, è scomparsa la connessione con la religione dello Stato
, dall'altro lato è scomparso anche il riferimento a Simboli o Persone venerate, rimanendo solo quello alla Divinità.
Resta fermo che bestemmiare in pubblico nel nostro ordinamento (almeno formalmente) è comportamento illecito e chi lo fa non deve stupirsi se poi si trova costretto a pagare una multa.
Non dimenticate di visitare la fonte:
  Bestemmiare è ancora reato?

(www.StudioCataldi.it)

giovedì 8 dicembre 2016

Il principio di amare il prossimo




La differenza tra noi e Dio, è che Dio ha fede in noi,confidando ogni giorno in noi e nel fatto che possiamo capire, crescere e amare di più, e nonostante gli sbagli, le volte che ci siamo allontanati da lui, e i momenti improduttivi, lui non ci ha mai abbandonati... per questo per quanto piccoli possano essere i nostri passi, egli.. ogni momento ci nutre dell'esperienza che ci serve per imparare ad amare di più. Mentre la nostra fede in Dio è limitata non solo al fatto di non riuscire a mettere in pratica la sua parola, ma per oggi impossibile, di dimostrare di metterla in pratica, quando i fattori ambientali per attuarla sono ostili ... (Il principio, per considerarsi tale, va mantenuto quando tutto ciò che accade, o tutto ciò che ci circonda, rende impossibile mantenere il principio) . Come sapete il principio che Dio vuole trasmettere a ciascuno di noi è AMARE il prossimo, e Gesù ha messo in pratica l'amore per il prossimo nonostante i fattori ambientali ostili.

venerdì 22 aprile 2016

L'albero inutile - Versione Greco

Nel campo di un contadino c'è un albero bello ed alto, ma privo di frutti, e offre solo rifugio ai passeri. L'agile contadino vuole abbattere l'albero a causa della sua sterilità e infligge con l'ascia forti colpi. I passeri rimproverano con pungenti parole il contadino e dicono: << tu ritieni inutile l'albero poichè non produce frutti, ma esso dà fresca ombra alle tue fatiche, tranquillo invece rifugio a noi, quando rallegriamo i tuoi bambini con i nostri canti. Di conseguenza,non abbattere l'albero>>. Il contadino dapprima non dà retta alle parole dei passeri, in seguito trova nel legname un grande alveare di laboriose api, ripone l'ascia e rispetta l'albero in quanto sacro. Spesso il giusto non è amato dagli uomini mentre viene invece perseguitato il guadagno.

martedì 29 marzo 2016

iL RACCONTO DEI LUNGHI CUCCHIAI





In questo breve racconto indiano una grande verità, che dovrebbe essere uno spunto per interessanti riflessioni sulla nostra esistenza. Quasi sempre la soluzione ai problemi del mondo, piccoli o grandi, di guerre o di liti tra vicini di casa, è la condivisione e l'aiuto reciproco. Così potrebbe essere, ognuno mette a disposizione le proprie qualità, i propri talenti e le risorse in suo possesso per il bene di tutti, anche di noi stessi. E' l'onda della nuova energia con cui nessuno perde e tutti vincono! Leggiamo e meditiamo ....

Un giorno, un sant'uomo chiese a Dio:
- Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno.
Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant'uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma
poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non
potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".
Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però erano ben nutrite, felici e conversavano tra di
loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio:
- Non capisco!
- E' semplice, - rispose Dio -, L'inferno e il paradiso sono identici nella struttura solo che in paradiso hanno imparato che il manico del
cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire se stessi, ma permette
di nutrire il proprio vicino. Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni
con gli altri!
Quelli all'inferno invece, non pensano che a loro stessi.



venerdì 26 febbraio 2016

La fede e le cure della Dott. Mereu



RITENGO CHE SIA SEMPLICEMENTE ECCEZIONALE, Non gli avrei mai creduto se anche io seppur nel mio piccolo mi ero già introdotto nella sua stessa scoperta, Dio non è quello che ci rende le cose difficili e irraggiungibili tramite la conoscenza scientifica, "quindi logica" e' il demonio che ci vuole vincolare alla sua piccola legge razionale perche' ci vuole legati a se e dipendenti da lui... Le leggi di DIO sono più facili ma eteree quindi per comprenderle bisogna abbandonare i propri egoismi(ciò che ci lega alla terra) e metterle in pratica Trovare un modo di come curare le persone in modo che i fatti riconducibili al dolore vengono poi interpretati in chiave metaforica, e' analogamente il metodo da me descritto nel mio BLOG "http://comeincielocosiinterra.blogspot.it/ " nel post " ROMANZO - Verso la luce " è difficile cercare di spiegare come troviamo il senso alternativo (A me e' stato insegnato in 9 anni) perchè a voi sembrerà come se alla fine va bene tutto perchè nell'illogicità tutto va bene tanto siamo "folli" . Risulterà ai vostri occhi come se vogliamo farvela bere, "ingannarvi" ma pensateci bene .... se la cosa fosse vera i beneficiari di tali cure sono e sarebbero SOLO quelli il quale hanno riposto fiducia nella Mereu, E guarda caso il dare fiducia al prossimo è una cosa che Gesù ci ha chiesto .... anche Dio ha dato fiducia all'uomo.. perchè la fiducia è la "FEDE" e la fede è amore verso il prossimo infatti chi si espone al pericolo di essere ingannato è "come una pecora tra i lupi" Dio stesso ci chiede di essere come percore. Ma voi direte a voi stessi che finirete per essere ingannati e derubati... Ma io vi dico che chi si espone in mezzo a "fattori ambientali ostili" (Come è il pericolo di essere ingannati) per praticare la FEDE nel prossimo.. merita un premio perchè è Dio che ce lo chiede e riuscire a superare le nostre paure è difficile ma non impossibile... CHI HA FEDE MERITA IL RISULTATO POSITIVO DI QUESTO COMPORTAMENTO O SCELTA DI VITA come tutti i comportamenti giusti dell'uomo agli occhi di Dio hanno un vantaggio. I DIFFIDENTI STANNO MALE NON SONO FELICI. Questa è la verità, è diversa dalla scienza che vuole legarci a una verità legata alla terra, alla materia, ma l'uomo è spirito e appartiene a Dio e non alla terra... il corpo è della terra, ma l'uomo non è corpo ma anima! altrimenti il corpo sarebbe un oggetto in-ANIMA-to ("in" prefisso di inverso, il contrario di). 

La frase latina concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur (letteralmente nell'armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono) deriva dal Bellum Iugurthinum (10, 6) di Sallustio.


Capite in ore leonis    ... è riferito alla FEDE "Con la testa in bocca al leone".